Re Djoser

Djoser era figlio del re Khasekhemwy e della regina Nimaethap, sebbene non sia chiaro se fosse l’erede diretto al trono. La lista dei re di Ramesse menziona un re Nebka precedente a lui, ma esistono ancora incertezze nel collegare questo nome con i nomi contemporanei di Horus.

La statua in calcare dipinta di Djoser, proveniente dal serdab, è oggi esposta al Museo Egizio del Cairo ed è la più antica statua egizia a grandezza naturale conosciuta. Sul sito di Sakkara, dove è stata originariamente scoperta, è stata collocata una copia in gesso al posto dell’originale, ritrovata nel 1924-1925. Djoser è chiamato Netjerikhet nelle iscrizioni, che significa “divino del corpo”.

Gli egittologi concordano sul fatto che Djoser sia stato il primo re della Terza Dinastia, con prove che posizionano Nebka tra Djoser e Huni, come suggerito dal Papiro Westcar.

La regina Nimaethap, moglie di Khasekhemwy, è menzionata su un coperchio di vaso con il titolo di “Madre dei figli del re”. Alcuni autori sostengono che fosse la madre di Djoser, mentre Khasekhemwy era suo padre, come indicato da un altro coperchio di vaso del regno di Djoser, che la chiama “Madre del Re delle Due Terre”.

Non è nota la relazione tra Djoser e il suo successore, Sekhemkhet, e la data della sua morte è incerta. Manetone attribuisce a Djoser un regno di ventinove anni, mentre la Lista dei Re di Torino menziona diciannove anni. Grazie ai suoi numerosi progetti di costruzione, soprattutto a Sakkara, Djoser avrebbe regnato per quasi 30 anni.

Djoser ha inviato diverse spedizioni militari nel Sinai e ha organizzato spedizioni alla ricerca di minerali preziosi come turchese e rame, rivelando l’importanza strategica del Sinai come cuscinetto tra il Nilo e l’Asia.

Il suo monumento più celebre è la Piramide a Gradoni a Sakkara, che avrebbe influenzato la forma standard delle piramidi nel successivo Antico Regno. Djoser potrebbe aver anche stabilito il confine meridionale del suo regno alla Prima Cataratta. L’iscrizione nota come Stele della Carestia, risalente al suo regno ma forse realizzata durante la dinastia tolemaica, racconta di come Djoser abbia ricostruito il tempio di Khnum sull’isola di Elefantina dopo una carestia durata sette anni in Egitto.

Nonostante i suoi tentativi di costruire una tomba incompiuta ad Abydos, alla fine Djoser fu sepolto nella sua famosa Piramide a Gradoni a Sakkara.

Imhotep, il famoso architetto di Djoser, fu il suo visir, “capo del cantiere reale” e “supervisore di tutti i lavori in pietra”, supervisionando la costruzione delle tombe di Djoser e Sekhemkhet. Imhotep potrebbe essere menzionato nel Papiro Westcar, sebbene il papiro danneggiato non conservi il suo nome.

Un papiro dal Tempio di Tebtunis, risalente al II secolo d.C., contiene un lungo racconto in scrittura demotica su Djoser e Imhotep. Djoser onorò Imhotep menzionandolo sulle sue statue nella necropoli di Sakkara.

La necropoli di Djoser era circondata da un alto muro con nicchie, creando un vasto cortile di 15 ettari contenente vari edifici cultuali, tra cui la Tomba del Sud, il Cortile del Sud, il Pavillon del Sud e del Nord, il Colonnato d’Ingresso e il Serdab con la famosa statua di Djoser.