Chefren, figlio di Cheope e della regina Henutsen, fu il successore di Djedefre e regnò nell’Antico Egitto. Il re ebbe diverse mogli e almeno 12 figli e 3 o 4 figlie. La regina Meresankh III, figlia di Kawab e Hetepheres II, era la madre dei figli di Chefren, Nebemakhet e Duaenre, e di una figlia di nome Shepsetkau. Un’altra regina, Khamerernebty I, fu madre di Menkaure, mentre Khamerernebty II era la sua regina principale. Altre mogli di Chefren includevano Hekenuhedjet e Persenet, quest’ultima forse madre di Nikaure, e altre mogli e figli sono conosciuti dalle fonti antiche.
La piramide di Chefren, nota anche come “Chefren è grande”, è la seconda più alta e la seconda più grande delle antiche piramidi di Giza. Costruita accanto alla piramide di suo padre, Cheope, ha una base di 215,5 metri e si innalza per 136,4 metri. La sua inclinazione è di 53°, leggermente più ripida rispetto alla piramide di Cheope. La piramide è costruita con blocchi di calcare, alcuni dei quali pesano oltre 2 tonnellate ciascuno.
Durante il Primo Periodo Intermedio, la piramide fu probabilmente saccheggiata, e durante la XIX dinastia, materiali furono prelevati per costruire un tempio a Eliopoli per Ramesse II. Nel 1372 d.C., secondo lo storico Ibn Abd al-Salam, la piramide fu aperta e ispezionata, con prove di depredazioni storiche. La piramide fu esplorata modernamente per la prima volta da Giovanni Belzoni nel 1818, che trovò l’ingresso originale ma la camera funeraria vuota, tranne per un sarcofago aperto e rotto.
Il Tempio della Valle di Chefren, situato vicino al Nilo, è uno dei templi meglio conservati dell’Antico Regno. Scoperto e parzialmente scavato da Auguste Mariette nel 1853, il tempio serviva come luogo per il culto e per le cerimonie funerarie del re. Le sue pareti in pietra calcarea mostrano iscrizioni dedicati a Hathor e Bubastis, e statuette di Chefren sono state scoperte nelle vicinanze.
Questi monumenti, testimonianze della grandezza e del potere dei faraoni dell’Antico Egitto, continuano a ispirare e affascinare gli studiosi e i visitatori fino ai giorni nostri.